martedì 19 maggio 2015

Bloccata la messa in servizio dell'elettrodotto dello Stretto: proposta

La messa in servizio dell'elettrodotto Sorgente-Rizziconi (tra Sicilia e Calabria) è stata bloccata (ad elettrodotto già realizzato) dal sequestro di un traliccio (UN traliccio su 105km di linea, in questo pdf i dati sulla linea).

Motivazione del sequestro disposto dal tribunale di Messina? Il traliccio sequestrato non rispetta il piano paesaggistico approvato DOPO le autorizzazioni alla costruzione della linea elettrica.

Al di là dello scontato invito agli iscritti all'associazione naturalistica denunciante il traliccio a rinunciare nelle loro vite alla comodità della vita moderna "fornitura di energia elettrica" che mostrano di osteggiare (e se proprio vogliono dedicarsi all'osservazione degli uccelli migratori, che si ritirino in camera da letto e non si facciano più vedere), è interessante vedere le conseguenze della non attivazione dell'elettrodotto.
Prima di tutto, NON verranno smantellati 87km di linee elettriche rese superflue da questo nuovo collegamento; ma questo è l'aspetto forse meno importante, e comunque di carattere locale, mentre c'è una conseguenza che riguarda tutti gli italiani consumatori di energia elettrica.
La rete elettrica siciliana è "piccola" (relativamente) e, al momento, mal collegata (in termini di potenza scambiabile) col resto della rete elettrica nazionale. Questo comporta, al fine di garantire la stabilità potenza-frequenza della rete e scongiurare i black-out sull'isola, che molti impianti di produzione elettrica (tradizionali, chè il fotovoltaico e l'eolico non sono in grado di aumentare la produzione su richiesta per rispondere ai maggiori consumi) vengono chiamati a restare attivi (non necessariamente producendo), nonostante l'elevato prezzo richiesto dai produttori (che detengono un importante potere di mercato in ragione della scarsa interconnessione della rete siciliana, per dirla pulita).
Bene: questi maggiori costi di acquisto di energia elettrica sulla rete siciliana vengono "ovviamente" ripartiti sul totale dell'elettricità acquistata e consumata nella Repubblica, per un importo stimato in 600 milioni di euro all'anno. Ripeto: se la linea elettrica Sorgente-Rizziconi iniziasse a operare, ci sarebbero minori costi per 600milioni all'anno (a spanne, con una produzione annuale di 300TWh, sarebbero 2 millesimi di euro al kWh: su un consumo annuo di 2700kWh, sono 5.4EUR in meno all'anno per la famiglia tipo ipotizzata dall'autorità nei suoi calcoli). Per avere un paragone, l'ora legale permette di risparmiare 90milioni all'anno, cioè ad ogni anno che passa senza l'elettrodotto in funzione, è come se si buttassero i risparmi di sei anni e mezzo passati a spostare avanti e indietro la sveglia.

Ordunque, qual è la mia proposta? Quello che mi piacerebbe veramente è far pagare i 600milioni tutti all'associazione ambientalista che ha pretestuosamente richiesto il blocco della linea... sarebbe una cattiveria, ma giustificata!
La proposta reale (che non è una mia idea originale, lo ammetto) è di far pagare i maggiori costi sulle sole bollette siciliane, in ragione del fatto che i 600milioni sono profitti incamerati dai proprietari delle centrali elettriche siciliane (non tutte, quelle considerate da Terna necessarie a garantire la stabilità della rete) e che sia il blocco sia l'eventuale sblocco della situazione dipendono da enti interni all'isola: non è giusto che tutti gli italiani paghino per le bizze di un'associazione siciliana! Vuoi rompere le scatole a un'opera essenziale? Allora paghi!
Terna (che, detto in onestà, potrebbe tranquillamente sbattersene di questa bega burocratica, perché il suo investimento viene in ogni caso ripagato -con gli interessi- tramite le bollette) ha fatto quanto di sua responsabilità per realizzare una linea utile ad abbassare i costi della rete elettrica nazionale: se i siciliani si oppongono, che paghino i maggiori costi (invece di annacquarli nelle bollette dell'Italia intera) ... nella speranza che spingano per uno sblocco dell'elettrodotto!