lunedì 31 marzo 2008
A scuola di laicità
La magistratura turca non ci sta. Uno dei maggiori rappresentanti dell'ordinamento giudiziario, la Yargitay, ossia la Procura generale, ha aperto un fascicolo per fare chiudere l'Akp, il Partito islamico moderato al governo, di orientamento islamico-moderato. La motivazione, per chi conosce bene la storia turca, è di quelle che fanno tremare. Abdurrahman Yacinkaya, Procuratore generale, ha sollevato dei dubbi sulla laicità del partito di Recep Tayyip Erdogan. Una condizione necessaria e sufficiente per chi, come la magistratura, si ritiene il custode inflessibile dello Stato fondato da Mustafa Kemal Atatürk. La procura chiede anche che il premier Erdogan, il presidente Gül e 69 dirigenti del partito siano sospesi per cinque anni dall’attività politica.
Adesso a decidere sarà la Anayasa Mahkemesi, la Corte costituzionale. Ma il messaggio per Erdogan è forte. Il premier sa fin troppo bene che cosa succede in questi casi, perché due partiti in cui ha militato in precedenza, il Fazilet e il Refah, sono stati dichiarati incostituzionali e sciolti perché contrari alla costituzione. [...] Anche se nella richiesta di chiusura la parola türban non viene minimamente menzionata, è lecito pensare che la nuova legge sul veo islamico, votata a larga maggioranza il 9 febbraio scorso, e che permette alle studentesse di entrare velate in università, abbia pesato in maniera determinante sulla scelta della Yargitay. Due mesi fa Abdurrahman Yacinkaya aveva messo in guardia filo-islamici e nazionalisti, firmatari della bozza, dicendo che andava contro le istanze dello Stato laico e democratico e creava divisione all'interno del Paese. Il premier Erdogan aveva risposto dicendo che sarebbe andato avanti per la sua strada.
dal sito del Giornale, di Marta Ottaviani
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