lunedì 25 aprile 2011

Work will make you free

Avrete visto la foto dell'insegna traduzione di quella di Auschwitz a Roma.
Qualcuno se l'è presa.
Ora, non so voi, ma secondo me è solo una provocazione. Io in quella scritta ci vedo un parallelo tra i lager nazisti e i luoghi di lavoro odierni. La scritta è stata trasposta dal tedesco all'inglese, che è la lingua da conoscere per entrare nel mondo del lavoro. Non trovo poi così aberrante paragonare fabbriche e uffici con campi di lavoro forzati, dove i "lavoratori" sono sfruttati e non hanno diritti; è un pensiero portato avanti anche da lavoratori e sindacalisti odierni, mi sembra.

3 commenti:

Annarita ha detto...

Non trovo poi così aberrante paragonare fabbriche e uffici con campi di lavoro forzati

Io sì, lo trovo aberrante e schifoso. Posso solo sperare che tu non abbia idea di ciò di cui parli (me lo fa pensare il fatto che chiami Auschwitz un "campo di lavoro", mentre era espressamente un campo di sterminio), altrimenti mi faresti quasi più paura tu, nella tua ignoranza fonda, dello scriteriato autore di questo capolavoro.

Annarita

Stefano Bergamini ha detto...

ma smettetela di prendervela con chi vuole aprire gli occhi!!! annarita il punto è che TU SEI OBBLIGATA A LAVORARE! ne piu ne meno di come capitava nei campi di sterminio (e lasciamo perdere gli omicidi. qui si parla di libertà, ce ne era di meno la, che qui. ma non è che qui la libertà c'è. in quanto se vedi il termine libertà come un insieme di libertà minori allora ne mancano MOLTE). la tanto libertà propagandata non c'è. anzi. ci si spacca la schiena col lavoro tutto il giorno tutto la settimana diventando poi apatici depressi e stanchi senza aver tempo di vivere la propria vita!!
è questo il succo della provocazione. apri la tua mente. spalancala proprio. è ora.

Annarita ha detto...

Porta rispetto in chi in quei campi ci è stato e magari ci è morto prima di fare paragoni, pezzo di deficiente.