venerdì 14 agosto 2009

Religione a scuola, la Cei s'attacca

Estratto della sentenza attinto da danielemartinelli.it
Lo Stato, dopo aver sancito il postulato costituzionale dell´assoluta, inviolabile libertà di coscienza nelle questioni religiose, di professione e di pratica di qualsiasi culto “noto”, non può conferire ad una determinata confessione una posizione “dominante” – e quindi una indiscriminata tutela ed un´evidentissima netta priorità – violando il pluralismo ideologico e religioso che caratterizza indefettibilmente ogni ordinamento democratico moderno

Michele Pennisi della commissione episcopale per l'educazione cattolica (da Repubblica.it):
questa sentenza discrimina di fatto sei milioni di studenti che hanno scelto l'insegnamento della religione come materia scolastica e tutti quei docenti che, dopo aver superato un concorso, si trovano ora a essere considerati professori di serie b
- i professori di religione non sostengono proprio nessun concorso, vengono nominati dal vescovo (ma stipendiati dallo Stato, tanto per cambiare)
- l'IRC (insegnamento della religione cattolica) è un insegnamento opzionale, viene quindi da chiedersi se siano più discriminati chi frequenta con l'insegnante di religione fuori dallo scrutinio o i non frequentanti col voto di religione che fa media.

Gasparri si dà agli annunci (da Repubblica.it):
deriva anticattolica che non ha precedenti nella storia e nella tradizione del nostro Paese

Volontè definisce addirittura fuorilegge la magistratura (sempre da Repubblica.it), dimenticando che la sentenza del Tar del Lazio è motivata dalla Costituzione.

Antonio Di Pietro:
in uno Stato laico tutti i cittadini, cattolici e non cattolici, hanno uguali diritti
Per fortuna!

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