mercoledì 13 gennaio 2010
Claudio Gatti - Fuori orario
Claudio Gatti
Fuori orario
Editrice Chiarelettere
pag.18:
Nel libro Il ritorno del principe (Chiarelettere, 2008), Roberto Scarpinato e Saverio Lodato hanno scritto che il nostro è un paese consacrato da secoli a tributare ammirazione ai furbi quando nel resto del mondo occidentale si inneggia a valori opposti, quali la lealtà e l'onestà. Come se la furbizia non fosse un gioco a somma zero. Come se l'esistenza di un furbo non richiedesse anche quella di un fesso, o meglio ancora, di molti fessi. Come se a rimetterci non fosse la comunità intera.
Altro fattore chiave è la banalizzazione della corruzione, che è allo stesso tempo la causa e l'effetto del modo di esercitare il potere in un paese che osanna i furbi. "Le leggi da sole non bastano, se mancano l'educazione e la percezione che la corruzione non è un atto di furbizia ma un reato, un atto di delinquenza che castra lo sviluppo" ha dichiarato recentemente Maria Teresa Brassiolo, presidente della filiale italiana di Transparency International, l'organizzazione mondiale contro la corruzione. "A volte la stessa stampa contribuisce a creare questa cultura errata. Per esempio, usando l'espressione furbetti del quartierino. Chi ruba, truffa, corrompe non può essere rappresentato come uno più sveglio degli altri."
pag.234:
La cosa che più mi ha colpito di questa vicenda è stata che A.G. è sempre stata una persona assolutamente irreprensibile e rispettosa della legge, e che avrebbe tranquillamente potuto permettersi di pagare la tariffa. Quella di ricorrere allo sconto del signor Luigi non era stata una necessità. Era stata semplicemente un'opportunità di risparmio che ritenne di non farsi scappare. Anche perché, ai suoi occhi, era un atto innocuo e senza vittime: il treno sarebbe andato comunque a Parigi, e la sua presenza a bordo di quel vagone vuoto non avrebbe recato danno a nessuno.
pag.235:
Per le Fs è sicuramente insignificante. Rimane però sintomatico. Non tanto della disonestà di qualche raro controllore. Quanto della facilità con cui, in Italia, anche persone normalmente rispettose della legge possano essere portate a credere che non ci sia nulla di male nel pagare un bigliettaio anziché un biglietto.
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