Da domenica 11 a sabato 17 novembre sono stato in gita scolastica in Grecia, quella terra che tre millenni fa ospitava i progenitori della civiltà occidentale e che ora per la sua collocazione geografica si trova, suo malgrado, ad essere la porta tra oriente e occidente: le frontiere orientali della Grecia sono anche le frontiere orientali dell'Europa, e per i clandestini desiderosi d'entrare nell'"Europa ricca", la barriera da superare è una sola, grazie agli accordi di Schengen, appunto il confine orientale greco.
La polizia portuale, conscia del fenomeno, controlla le navi in partenza e in arrivo, anche con agenti in borghese che assistono le opeaizioni di carico/scarico, ma i clandestini si nascondono nelle stive delle navi, insieme alle merci, approfittando della confusione all'imbarco: ecco una foto scattata verso la recinzione del porto di Patrasso.
Sotto, lo zoom:
Arrivato ad Ancona, ho visto alcuni uomini allontanarsi a piedi dal porto...
Buon lavoro alla polizia portuale!
mercoledì 28 novembre 2007
lunedì 26 novembre 2007
Selezione naturale
Richard Dawkins, L'orologiaio cieco, traduzione italiana di Libero Sosio, cap. V, pag.190
[...] apprezzare la natura interamente automatica e non deliberata della selezione naturale. Le "macchine" della replicasi non "sanno" perché producono molecole di RNA: questa loro attività è solo un prodotto secondario della loro struttura. E le molecole di RNA stesse non sviluppano una strategia allo scopo di conseguire la loro duplicazione. Anche se potessero pensare, non c'è alcuna ragione per cui un'entità pensante dovrebbe essere motivata a fare copie di se stessa. Se io sapessi come fare copie di me stesso, non sono certo che darei a questo progetto un'alta priorità in concorrenza con tutte le altre cose che voglio fare: perché dovrei? Ma la motivazione non è pertinente per le molecole. È solo che la struttura dell'RNA virale si trova a essere tale da indurre il meccanismo cellulare e sfornare copie di se stesso. E se qualche entità, da qualche parte dell'universo, si trova ad avere la proprietà di essere capace di produrre altre copie di se stessa, verranno automaticamente all'esistenza, com'è ovvio, un numero sempre maggiore di copie di quell'entità. Non solo, ma, dato che esse formano automaticamente linee genealogiche e che contengono di tanto in tanto errori di copiatura, le versioni posteriori tenderanno a essere "migliori", nel formare copie di se stesse rispetto alle versioni anteriori, a causa dei potenti processi di selezione cumulativa. Tutto questo è estremamente semplice e automatico. È tutto così prevedibile da essere quasi inevitabile.[...]
Il caso è chiuso.
[...] apprezzare la natura interamente automatica e non deliberata della selezione naturale. Le "macchine" della replicasi non "sanno" perché producono molecole di RNA: questa loro attività è solo un prodotto secondario della loro struttura. E le molecole di RNA stesse non sviluppano una strategia allo scopo di conseguire la loro duplicazione. Anche se potessero pensare, non c'è alcuna ragione per cui un'entità pensante dovrebbe essere motivata a fare copie di se stessa. Se io sapessi come fare copie di me stesso, non sono certo che darei a questo progetto un'alta priorità in concorrenza con tutte le altre cose che voglio fare: perché dovrei? Ma la motivazione non è pertinente per le molecole. È solo che la struttura dell'RNA virale si trova a essere tale da indurre il meccanismo cellulare e sfornare copie di se stesso. E se qualche entità, da qualche parte dell'universo, si trova ad avere la proprietà di essere capace di produrre altre copie di se stessa, verranno automaticamente all'esistenza, com'è ovvio, un numero sempre maggiore di copie di quell'entità. Non solo, ma, dato che esse formano automaticamente linee genealogiche e che contengono di tanto in tanto errori di copiatura, le versioni posteriori tenderanno a essere "migliori", nel formare copie di se stesse rispetto alle versioni anteriori, a causa dei potenti processi di selezione cumulativa. Tutto questo è estremamente semplice e automatico. È tutto così prevedibile da essere quasi inevitabile.[...]
Il caso è chiuso.
giovedì 1 novembre 2007
Il principe e la giustizia
Daniele Luttazzi:
"Non ho mai visto un innocente darsi così tanto da fare per farla franca..."
Luttazzi si stava riferendo a Berlusconi, ma il ragionamento è applicabile a tutti i politici che interferiscono nella giustizia. L'esempio contemporaneo è Mastella, che richiede il trasferimento di chi indaga sul suo conto.
A riguardo, mi permetto di proporre una soluzione per la situazione attuale della giustizia in Italia: i tribunali sono bloccati, le udienze vengono fissate da un anno all'altro, alla fine la sentenza è nella quasi totalità dei casi di prescrizione, grazie alla ex-Cirielli (legge 251/2005). Principalmente questo è causato dal fatto che in Italia la prescrizione continua demenzialmente a correre anche quando il processo è in corso: l'avvocato difensore fa rinviare il processo con cavilli vari, finché non scade la prescrizione, e l'imputato viene assolto. Questo avviene solo nel caso in cui l'imputato sia in grado di permettersi di pagare un avvocato per tutti gli anni fino alla scadenza della prescrizione. Quindi la legge non è uguale per tutti, con buona pace dell'articolo 3 della costituzione repubblicana.
Soluzione: dopo il rinvio a giudizio, la prescrizione non vale più. L'imputato che sa di essere colpevole e quindi inevitabilmente destinato a una condanna, non ha più interesse a rinviare il processo all'infinito, e preferisce patteggiare all'inizio del processo, risparmiandosi i soldi dell'avvocato e un terzo della pena. Anche il patteggiamento va però permesso solo nella fase iniziale del processo.
Grazie per l'attenzione e buona continuazione.
"Non ho mai visto un innocente darsi così tanto da fare per farla franca..."
Luttazzi si stava riferendo a Berlusconi, ma il ragionamento è applicabile a tutti i politici che interferiscono nella giustizia. L'esempio contemporaneo è Mastella, che richiede il trasferimento di chi indaga sul suo conto.
A riguardo, mi permetto di proporre una soluzione per la situazione attuale della giustizia in Italia: i tribunali sono bloccati, le udienze vengono fissate da un anno all'altro, alla fine la sentenza è nella quasi totalità dei casi di prescrizione, grazie alla ex-Cirielli (legge 251/2005). Principalmente questo è causato dal fatto che in Italia la prescrizione continua demenzialmente a correre anche quando il processo è in corso: l'avvocato difensore fa rinviare il processo con cavilli vari, finché non scade la prescrizione, e l'imputato viene assolto. Questo avviene solo nel caso in cui l'imputato sia in grado di permettersi di pagare un avvocato per tutti gli anni fino alla scadenza della prescrizione. Quindi la legge non è uguale per tutti, con buona pace dell'articolo 3 della costituzione repubblicana.
Soluzione: dopo il rinvio a giudizio, la prescrizione non vale più. L'imputato che sa di essere colpevole e quindi inevitabilmente destinato a una condanna, non ha più interesse a rinviare il processo all'infinito, e preferisce patteggiare all'inizio del processo, risparmiandosi i soldi dell'avvocato e un terzo della pena. Anche il patteggiamento va però permesso solo nella fase iniziale del processo.
Grazie per l'attenzione e buona continuazione.
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