Richard Dawkins, L'orologiaio cieco, traduzione italiana di Libero Sosio, cap. V, pag.190
[...] apprezzare la natura interamente automatica e non deliberata della selezione naturale. Le "macchine" della replicasi non "sanno" perché producono molecole di RNA: questa loro attività è solo un prodotto secondario della loro struttura. E le molecole di RNA stesse non sviluppano una strategia allo scopo di conseguire la loro duplicazione. Anche se potessero pensare, non c'è alcuna ragione per cui un'entità pensante dovrebbe essere motivata a fare copie di se stessa. Se io sapessi come fare copie di me stesso, non sono certo che darei a questo progetto un'alta priorità in concorrenza con tutte le altre cose che voglio fare: perché dovrei? Ma la motivazione non è pertinente per le molecole. È solo che la struttura dell'RNA virale si trova a essere tale da indurre il meccanismo cellulare e sfornare copie di se stesso. E se qualche entità, da qualche parte dell'universo, si trova ad avere la proprietà di essere capace di produrre altre copie di se stessa, verranno automaticamente all'esistenza, com'è ovvio, un numero sempre maggiore di copie di quell'entità. Non solo, ma, dato che esse formano automaticamente linee genealogiche e che contengono di tanto in tanto errori di copiatura, le versioni posteriori tenderanno a essere "migliori", nel formare copie di se stesse rispetto alle versioni anteriori, a causa dei potenti processi di selezione cumulativa. Tutto questo è estremamente semplice e automatico. È tutto così prevedibile da essere quasi inevitabile.[...]
Il caso è chiuso.
lunedì 26 novembre 2007
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