giovedì 1 novembre 2007

Il principe e la giustizia

Daniele Luttazzi:
"Non ho mai visto un innocente darsi così tanto da fare per farla franca..."

Luttazzi si stava riferendo a Berlusconi, ma il ragionamento è applicabile a tutti i politici che interferiscono nella giustizia. L'esempio contemporaneo è Mastella, che richiede il trasferimento di chi indaga sul suo conto.

A riguardo, mi permetto di proporre una soluzione per la situazione attuale della giustizia in Italia: i tribunali sono bloccati, le udienze vengono fissate da un anno all'altro, alla fine la sentenza è nella quasi totalità dei casi di prescrizione, grazie alla ex-Cirielli (legge 251/2005). Principalmente questo è causato dal fatto che in Italia la prescrizione continua demenzialmente a correre anche quando il processo è in corso: l'avvocato difensore fa rinviare il processo con cavilli vari, finché non scade la prescrizione, e l'imputato viene assolto. Questo avviene solo nel caso in cui l'imputato sia in grado di permettersi di pagare un avvocato per tutti gli anni fino alla scadenza della prescrizione. Quindi la legge non è uguale per tutti, con buona pace dell'articolo 3 della costituzione repubblicana.

Soluzione: dopo il rinvio a giudizio, la prescrizione non vale più. L'imputato che sa di essere colpevole e quindi inevitabilmente destinato a una condanna, non ha più interesse a rinviare il processo all'infinito, e preferisce patteggiare all'inizio del processo, risparmiandosi i soldi dell'avvocato e un terzo della pena. Anche il patteggiamento va però permesso solo nella fase iniziale del processo.

Grazie per l'attenzione e buona continuazione.

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