domenica 18 maggio 2008

Eco sulla xenofobia

Trascrizione del servizio andato in onda sui telegiornali Rai venerdì 16 maggio 2008 a riguardo dell'intervento di Umberto Eco la sera prima a una conferenza a Bologna (le frasi di Eco sono tra virgolette):
Niente di nuovo sotto il sole. Dai greci ai romani, fino ad oggi. "Le recenti elezioni ci hanno mostrato quanto può la paura dei nuovi flussi migratori: allargando a una intera etnia le caratteristiche di alcuni suoi membri che vivono in una situazione di marginalizzazione, si sta oggi costruendo in Italia l'immagine del nemico rumeno, capro espiatorio ideale per una società che, travolta in un processo di trasformazione anche etica, non riesce più a riconoscersi." Da sempre il nemico, sottolinea l'autore de "Il nome della rosa", è descritto come brutto e sporco, spesso emana cattivi odori e compie anche orribili delitti. Non mancano comunque le eccezioni. "Eschilo ha raccontato i Persiani, suoi nemici, ma dal di dentro, dal loro punto di vista; Tacito ha analizzato i Germani, ma vivendoli dal di dentro, ma è molto raro: bisogna essere un poeta, un santo o un traditore. Di solito la gente ha bisogno di costruirsi il nemico per sapere chi è." Un'identità che si fonda sul nemico è un'identità debole. "Sì, ma il 90% degli esseri umani sono così, e gli ultimi campioni di umanità sono i naziskin di Verona che, pur di trovarsi una identità, eleggevano a nemico il primo che passava."

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