sabato 31 maggio 2008

Pietà, vi prego!


The Italian government, whose public debt of €1.624 trillion is already the world's third largest, seems eager to dig deeper. Last week, recently re-elected Prime Minister Silvio Berlusconi made good on his campaign pledge to recommit Italy to nuclear power. This seemed just the thing to address the country's rising oil and gas prices and growing French electricity imports -- except for one thing: Mr. Berlusconi's promised nuclear power plants are unlikely to ever be built.
Why? Three reasons: skyrocketing construction costs; projected build times of one to two decades; and no identifiable Italian community willing to see a nuclear reactor built in their neighborhood.
(Henry Sokolsky, Wall Street Journal, 30/5/2008)

Traduzione:
Il governo italiano, il cui debito pubblico di 1.624 miliardi di euro è il terzo più grande del mondo, sembra avere intenzione di scavare ancora. La scorsa settimana, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha promesso di far tornare il paese all'energia nucleare. La soluzione sembrerebbe la più logica per affrontare l'aumento dei prezzi di gas e petrolio e diminuire le importazioni di energia dalla Francia. Ma c'è un problema: è molto probabile che le centrali promesse da Berlusconi non verranno mai costruite.
Perché? Tre motivi: costi di costruzione alle stelle, tempi di costruzione di dieci/vent'anni, e assenza al momento di comunità disposte a ospitare reattori nucleari nel proprio territorio.

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