lunedì 30 novembre 2009
Castelli vuole la croce sul tricolore
Vedendo da dove giunge la proposta, direi che la nuova bandiera italiana sarà la n°3.
domenica 22 novembre 2009
Sei più bravo di un ragazzino di 5a?
Mettiamo che ci sia una persona, la quale afferma di essere perseguitato da 100 (o 800) persone che "ce l'hanno con lui" (non si tratta di persone della strada, ma di gente normale con una laurea, che ha superato un pubblico concorso, e che svolge onoratamente il proprio lavoro, necessario alla pubblica convivenza).
Statisticamente, chi ha più probabilità di aver ragione, il "perseguitato" o i tutori della legge?
Secondo me è più probabile che quell'Uno sia uno squilibrato, nel caso specifico un delinquente.
Statisticamente, chi ha più probabilità di aver ragione, il "perseguitato" o i tutori della legge?
Secondo me è più probabile che quell'Uno sia uno squilibrato, nel caso specifico un delinquente.
Il vero inimitabile Made in Italy
La verità è che i politici stranieri un popolo che si beve qualsiasi baggianata se lo sognano.
"il Gazzettino" di sabato 21 novembre, pagina 19
"il Gazzettino" di sabato 21 novembre, pagina 19
mercoledì 11 novembre 2009
sabato 7 novembre 2009
Via i crocifissi anche dalle strade e dalle opere d'arte
Non sono parole mie, ma del cardinale Bertone, nel suo commento alla sentenza europea sui crocefissi nei luoghi pubblici.
Le strade sono pubbliche, dobbiamo togliere i crocifissi anche da lì, e tutte le opere d'arte, intendiamoci!, presentano il crocefisso, rappresentando la pietà.
L'eminente porporato vuole fare il simpaticone, ma dimentica che le censure alle opere d'arte sono proprio i cattolici i primi a farle:
- Berlusconi fa coprire un seno della "Verità svelata" del Tiepolo;
- viene chiuso Decameron di Daniele Luttazzi che stava per fare una puntata sulla chiesa
- per ultimo, sono arrivati a censurare addirittura un crocefisso.
Gelmini: "Il crocifisso rappresenta l’Italia". Pensandoci bene, non le si puo' dare torto. (Spinoza.it)
Le strade sono pubbliche, dobbiamo togliere i crocifissi anche da lì, e tutte le opere d'arte, intendiamoci!, presentano il crocefisso, rappresentando la pietà.
L'eminente porporato vuole fare il simpaticone, ma dimentica che le censure alle opere d'arte sono proprio i cattolici i primi a farle:
- Berlusconi fa coprire un seno della "Verità svelata" del Tiepolo;
- viene chiuso Decameron di Daniele Luttazzi che stava per fare una puntata sulla chiesa
- per ultimo, sono arrivati a censurare addirittura un crocefisso.
Gelmini: "Il crocifisso rappresenta l’Italia". Pensandoci bene, non le si puo' dare torto. (Spinoza.it)
Chiagne e fotte
Sua Emittenza, il sedicente self-made man, sacerdote del profitto e del libero mercato, quando tale vangelo è utile all'apertura di nuovi mercati per la propria azienda.
Quando si tratta di politica, informazione, ma sopprattutto di soldi nostri e aziende concorrenti alla sua, allora l'audience e il profitto vengono oscurati dal suo insindacabile giudizio.
Annozero, Report, Parla con me, Chetempochefa, Ballarò (come se si potessero mettere tutti sullo stesso piano!) sono programmi di successo, che fanno audience (e quindi entrate pubblicitarie). Però non piacciono a Berlusconi, quindi si cerca di chiuderle.
Ricordate l'editto bulgaro, "l'uso che [...] hanno fatto del servizio pubblico, pagato coi soldi di tutti"?
La Rai non è un servizio pubblico (ammesso lo sia mai stata): Berlusconi, è un servizio tuo! Comunque pagato coi soldi nostri.
Come si fa a definirsi "portatori di libertà" se si ragiona che "quel programma non mi piace, quindi non lo può guardare nessuno"? Assomiglia alle "interviste alla gente" viste sui telegiornali riguardo la sentenza dei crocefissi: "quelli che non vogliono avere il crocifisso, che si stiano a casa loro".
Come volevasi dimostrare, non è solo Berlusconi l'intollerante.
Quando si tratta di politica, informazione, ma sopprattutto di soldi nostri e aziende concorrenti alla sua, allora l'audience e il profitto vengono oscurati dal suo insindacabile giudizio.
Annozero, Report, Parla con me, Chetempochefa, Ballarò (come se si potessero mettere tutti sullo stesso piano!) sono programmi di successo, che fanno audience (e quindi entrate pubblicitarie). Però non piacciono a Berlusconi, quindi si cerca di chiuderle.
Ricordate l'editto bulgaro, "l'uso che [...] hanno fatto del servizio pubblico, pagato coi soldi di tutti"?
La Rai non è un servizio pubblico (ammesso lo sia mai stata): Berlusconi, è un servizio tuo! Comunque pagato coi soldi nostri.
Come si fa a definirsi "portatori di libertà" se si ragiona che "quel programma non mi piace, quindi non lo può guardare nessuno"? Assomiglia alle "interviste alla gente" viste sui telegiornali riguardo la sentenza dei crocefissi: "quelli che non vogliono avere il crocifisso, che si stiano a casa loro".
Come volevasi dimostrare, non è solo Berlusconi l'intollerante.
venerdì 6 novembre 2009
Una domanda a Veronica
Sembra che delle dichiarazioni di Veronica Lario all'annuncio del divorzio da Berlusconi sia stata censurata una frase (addirittura contenti espressioni "passibili di querela").
Una domandina alla ex signora Berlusconi: qual è la frase censurata?
Forse "mio marito è una testa di cazzo"? Perché, dal punto di vista etimologico, non ci può essere querela: è un fatto, che Berlusconi non abbia per la testa altro che sesso.
Una domandina alla ex signora Berlusconi: qual è la frase censurata?
Forse "mio marito è una testa di cazzo"? Perché, dal punto di vista etimologico, non ci può essere querela: è un fatto, che Berlusconi non abbia per la testa altro che sesso.
Il problema non è Berlusconi
Se anche Berlusconi se ne andasse, non riusciremo mai a liberarci degli ignoranti che lo hanno votato, e che dopo di lui, voterebbero anche personaggi peggiori. Ricordate che Berlusconi diceva ai suoi di rivolgersi agli elettori come a dei bambini di dieci anni? Appunto.
giovedì 5 novembre 2009
Ti darò da mangiare quando sarai sazio
I soldi per la banda larga li daremo quando usciremo dalla crisi.
Gianni Letta, 4 novembre 2009
Cioè mai, visto che la connessione veloce ad internet sarebbe fondamentale per migliorare la concorrenza e l'informatizzazione delle imprese (nonchè della pubblica amministrazione) italiane.
Si vede che il presente governo ha altre priorità.
Gianni Letta, 4 novembre 2009
Cioè mai, visto che la connessione veloce ad internet sarebbe fondamentale per migliorare la concorrenza e l'informatizzazione delle imprese (nonchè della pubblica amministrazione) italiane.
Si vede che il presente governo ha altre priorità.
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