sabato 22 settembre 2007

Sul fenomeno Grillo

Esprimo anch'io il mio pensiero sul fenomeno Grillo e V-Day:
primo, Beppe spesso parlando del V-Day spiega che è una rivoluzione dal basso, dalla rete, e qui mi sento di dissentire perché è vero che è partita da un blog, ma senza la popolarità precedente di Beppe Grillo le sue idee e proposte non avrebbero avuto la risonanza che hanno avuto.

Secondo, anche se la legge di iniziativa popolare di Grillo (via dal parlamento chi è stato condannato in via definitiva e chi ha più di due legislature, voto con preferenza del candidato) venisse approvata dal Parlamento (cosa molto improbabile), avremmo solo meno delinquenti e politici di professione, e più gente scelta direttamente dal popolo in parlamento. Il fatto che un candidato rispetti i criteri della legge popolare di Grillo non significa che abbia le idee e l'atteggiamento giusti per andare in parlamento.

Giustamente alcuni giornalisti hanno chiesto a Grillo quali proposte abbia per il dopo: la risposta sembra essere il bollino ai candidati, ma questa non è una soluzione; avere il bollino è come avere la tessera di un partito. È necessario un atteggiamento diverso da parte dei politici: maggior trasparenza, minor arroganza, non un bollino che li metta al riparo da ogni responsabilità.

Molto spesso vengono approvate leggi palesemente in contrasto con gli interessi degli elettori: ho provato a immaginare come sarebbe l'Italia se abolissimo il parlamento facendo partecipare a ogni votazione l'intero popolo italiano attraverso metodi telematici (internet, cellulari, o anche uno strumento ad hoc). Le leggi vergogna non esisterebbero, il nostro esercito non sarebbe in Afghanistan e non sarebbe stato in Iraq, e verrebbero approvate solo le leggi rispondenti ai reali bisogni del paese. Naturalmente il potere esecutivo e di proponimento delle leggi rimarrebbe di un governo elettivo, potremmo però abolire le pagliacciate dei comizi elettorali, perché l'operato del governo sarebbe sotto gli occhi di tutti. L'unico neo che ho trovato nel mio modello è che un parlamento veramente rappresentante i bisogni del paese potrebbe portare a una politica economica fallimentare (l'italiano classico pretende tutto dallo Stato senza pagare niente), ma mi sono detto: "Se veramente crediamo nella democrazia, dobbiamo avere fiducia nell'intelligenza del popolo, altrimenti possiamo chiudere i battenti della democrazia e riconsegnare il nostro paese a una monarchia o oligarchia qualsiasi".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

In primo luogo Grillo al momento rappresenta il terzo polo (il vero terzo polo).
Delusi dalla precedente varietà di scelta non è strano che ci sia chi cambia.

In secondo luogo l'opposizione politica degli ultimi 30 anni ha fatto si che si creasse questa situazione: scandali non chiariti ed informazione di parte (Santoro che canta bella ciao e Fede che canta forza Silvio).

In terzo luogo Grillo semplifica, e sa comunicare al pubblico, cosa che i politici non sanno più fare. Ci sono tentativi pietosi da parte di entrambi i gruppi (dare dei coglioni, dei bamboccioni, presentarsi come ciclista, con la bandana, ecc...).

In 4 luogo l'informazione oramai sconfina fra il processo pubblico (giustizia) e la ricerca/indagini (esecutivo) e quando lo fa su un potere come il legislativo nascono le lotte di disinformazione fra testate di sinsitra e di destra. A casa mia questo significa che la costituzione andrebbe aggiornata prevedendo un quarto potere proprio in onore delle leggi costituzionali che prevengono il sormonto dei poteri statali. Ciò ha dato adito in internet al fittizio terzo polo (l'unione non è mai stata unione, ma antiberlusconismo e divisione fra i moderati e l'estrema sinistra) che gioca facile contro centrodestra e moderati di sinistra dimenticando con un fenomento di disinformazione e spa i loro casi peccaminosi (è la morale critica differente dal moralismo).

Grillo prima o poi dovrà fare delle scelte. E se sceglie di colpire un ceto sociale rispetto ad altri, come ha finora espresso in molti suoi articoli perderà la caratteristica di terzo polo per finire in uno schieramento politico.

Vi è poi da dire che i cari armati di lotta continua censurati dal Grillopedico da un fallimento del comico in tutta probabilità finiranno per cambiare azione politica (non più sostegno a Grillo)
Inoltre in tutti questi anni Grillo è stato sempre molto bravo a criticare, ma solo recentemente ha provato a cercare delle soluzioni.
Certo alla telecom non ha fatto un beneamato, ma era improponibile riuscisse a fare qualcosa escluso far incazzare la gente cosa che gli riesce bene da sempre.

Sbaglia inoltre tutte le scelte riguardanti l'informazione internet.
E' convinto che se scrivi una cazzata vieni sommerso di click e tutti ti danno contro. Questo implica vera informazione.
I debunker del 911 si sono presi ban, epiteti colorati, da invischiati nel complotto ecc...a dimostrazione che Grillo sbaglia.


Attualmente vivo in una città in cui il sindaco ha rotto le p con delle opere non volute dalla popolazione. Ma tanto questo era il secondo mandato. Se ne sarebbe andato lo stesso. Per questo è stato invogliato a ciularci...

Marco Mattiolo ha detto...

L'informazione, come giustamente dici, è un potere; lo è anche senza venire nominato in costituzione.
Una buona informazione informerebbe gli italiani sul passato dei candidati, li aiuterebbe a comprendere ciò che avviene intorno a loro, impedendogli di credere al primo che urla per la strada.
Inutile ricordare che al momento l'informazione in Italia non è libera, per un'informazione appena decente servirebbero una buona legge sul conflitto di interessi, e la privatizzazione/statalizzazione della RAI (al momento in mano al governo, cioè ai politici).
E, ovviamente, che l'intera classe giornalistica riscopra la propria dignità e torni a fare il proprio lavoro come si deve, senza guardare in faccia a nessuno, padrone compreso.