Renzo Bossi è stato definito "una trota" dal suo aristocratico e fine paparino, che lo ha così fatto scendere in politica designandolo a succedergli nella guida di quei quattro professoroni della Lega. Il giovine è ovviamente consapevole di quanto debba essere riconoscente al paparino (senza la cui condiscendenza, altro che scuole superiori in nove anni, a lavorare in mezzo ai campi!) e al relativo partito e ai relativi modi di fare politica: essendo la lega il più vecchio partito sopravvissuto in parlamento, al trota è sembrato doveroso ispirarsi a metodi da politico navigato, un vero dc doc.
Prima, nega di aver detto che non avrebbe tifato Italia ai mondiali (ma la giornalista aveva la registrazione...)
Adesso, querela un blogger per un'opera di fantasia...
giovedì 6 maggio 2010
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